Lectio: Roger-François Gauthier
Introduce: Livia Cadei
Il relatore avvierà il suo discorso dalla domanda: «Perché siamo a Brescia?», richiamando il momento in cui la televisione francese trasmetteva ogni giorno le immagini dei carri funebri delle due città, Brescia e Bergamo, chiederà: «Cos’è accaduto, quindi?». È successo qualcosa che ha investito l’intera umanità, e al tempo stesso l’emergenza climatica è stata confermata, il concetto di verità ha vacillato come mai prima, e la guerra, poco dopo, è ricomparsa in paesi vicini ai nostri. Si tratta dello sconvolgimento di tante certezze, insieme! Nel campo dei valori e delle conoscenze, la domanda posta dal relatore è orientata a sapere se tutto ciò abbia potuto lasciare da parte la questione dell’educazione. nel merito, la sua risposta è negativa.
Si interrogherà allora sulla nozione di «comunità» in generale, e sul suo significato nell’ambito dell’educazione, in modo specifico, ma senza dimenticare che per un francese il termine «comunità» assume un senso molto diverso rispetto a quello assunto nella cultura italiana, per motivi profondi, utili per comprendere meglio anche l’argomentazione che segue.
A questo punto, il relatore avrà bisogno di precisare, senza retorica, come si presenta la «scuola» nel mondo contemporaneo : frammentata, spesso ingiusta, abbandonata alle regole degli interessi particolari, all’ideologia della competizione generalizzata, alle ideologie orrende di tanti governi o gruppi; si tratta di una scuola che chiamerà «prometeica», cioè l’idea di scuola occidentale che ha conquistato una grande parte del pianeta, a partire dal tempo dalla rivoluzione industriale.
Tutto potrebbe fermarsi qui! E forse si fermerà. L’educazione non sarà più che una variabile sul mercato dei saperi e della concorrenza fra individui ridotti al gioco della competizione… così, sarebbe come affermare che dopo la pandemia che ha investito Brescia e Bergamo e non solo, non abbiamo più niente da dire per quanto riguarda l’educazione. E si concluderebbe in questo modo anche il Festival di Brescia!
Il relatore chiederà allora se «the game is really over»; se la scuola, almeno quella che è in relazione alla vita insieme ad altri, sia da considerare definitivamente superata.
La sua idea sarà piuttosto quella di cercare le condizioni per un cambiamento della scuola, necessario alla comunità umana. Se la scuola che insegnava da secoli diverse certezze immutabili non è più possibile, forse, sarà tempo ora per una scuola della coscienza. In questa prospettiva, Gauthier vede una via possibile: attraverso cioè una definizione esplicita dell’educazione alla luce di quanto l’antropologia ci ha permesso di conoscere dell’umano. Che cos’è l’umano? La storia della specie, con ciò che abbiamo tutti in comune (la più grande «comunità») e tutta la diversità delle culture particolari… E c’era da insegnare altro al piccolo dell’uomo?
Sembra ora arrivato il tempo d’insegnare l’umano all’umano, che non è solo una storia tra umani, ma tra l’uomo e tutto quello che non ha bisogno dell’uomo, ma di cui l’uomo ha bisogno.
BIBLIOGRAFIA BREVE
GAUTHIER, R.-F. Les contenus de l’enseignement secondaire dans le monde : état des lieux et choix stratégiques, UNESCO, version française [archive] et anglaise [archive], en ligne, 139 p., 2006.
GAUTHIER, R.-F. Ce que l´école devrait enseigner - Pour une révolution de la politique scolaire en France, Dunod, Paris, 139p., 2014
GAUTHIER, R.-F. Crises des programmes scolaires. Vers une école de la conscience, Berger-Levrault, Au fil du débat, 2019.
GAUTHIER, R.-F., et CHAMPY, P., Contre l’Ecole injuste, Questionner l´imaginaire scolaire, discerner les pièges, repenser les savoirs à enseigner, ESF, 2022
Il blog del «Collectif d’interpellation curriculaire» (CICUR) https://curriculum.hypotheses.org/
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